Lettera di Roberto Parodi a Davide Fiore

E il liceo, le foto delle classi, il profumo dei banchi e le migliaia di ragazzi che hanno vissuto tra quelle mura. C'è tutto in quella storia: i ricordi degli amici, i primi ray ban (io li porto ancora), la chitarra e le canzoni di battisti.  Una ragazza che tutti ci invidiano, o magari no, ma per noi e' quella giusta... E poi la politica, le assemblee, i "rossi" e i "neri". Io non sapevo bene da che parte stare , mi affascinavano gli estremi, le bandiere le divise, i canti. Ma alle assemblee, beh ci andavo solo per saltar scuola, e così facevano tutti, tranne due o tre in tutto il liceo, che giravano col megafono e che sono diventati, uno un onorevole, e l'altro è latitante in francia. Vita passata, e rubata, che ricordo con struggente gioia e malinconia. la nostra adolescenza, il periodo della spenseratezza e delle prime consapevolezze. Si diventava grandi in quegli anni.
Ma la polvere alzata da quella bomba è ancora lì che aleggia nell'aria, e non per la mancanza di giustizia o per la mambro e fioravanti o lo spionaggio italiano o gladio o la CIA  o i comunisti. No, aleggia come un'ombra per chi , quella mattina alle 10.25, ha perso laggiù un pezzo della propria vita. Ride on, caro amico!
Roberto Parodi
autore del libro "il cuore a due cilindri" e grande appassionato di viaggi e di harley, e il sito  è http://www.threepercenters.it/

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