Riflessione sulla violenza


Quanti Davide Caprioli e Nicola Tommasoli dovranno ancora morire
per capire che la violenza non si vince con la repressione non si vince nel breve termine ma si vince alla lunga lavorando sui ragazzini sulla loro cultura e sui loro valori quelle sei-otto ore al giorno di studio a scuola non devono essere un'occasione per misurare il più bravo ma un occasione fondamentale per iniettare contenuto, senza voti, per allenare la mente e verificare con un si o un no quel che è stato insegnato
se è stato imparato...
ma com'è che nei corsi aziendali di comunicazione ti insegnano che se uno non ha capito è segno che non ti sei spiegato tu (cioè che non hai adotatto un linguaggio comprensibile al soggetto cui parli)
e invece a scuola se non hai capito sei tu il coglione e non chi ti insegna?
ma com'è sta storia???
e perchè non partiamo dagli scaldabanchi invece che dai bambini-prodigio sogno una classe in cui non si va avanti se l'ultimo non ha capito e tutti si fermano per soccorrerlo
aiutare deve essere il verbo
per allenarsi poi a farlo nella vita
coltivare il valore dell'aiuto e dell'amore
e non il prevalere e prevaricare
essere il migliore magari a danno degli altri
visto che i nuovi ladri del secolo non sono quelli che rubano autoradio ma gli evasori fiscali
che comprano ville al mare yacht e ferrari rosse
ma riescono ad essere in testa alle classifiche degli asili
per assegnare i posti ai più bisognosi...
trovare agganci per il futuro e non botole in cui cadere per i propri limiti
noi dovremmo convocare i professori e chiedere
come mai i nostri figli non crescono dritti
e non viceversa.
Augusto

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