Contributo n.51 da Cristina Caprioli - lettera aperta ad Ermanna

Cara Ermanna mi hai fatto un regalo telefonandomi qualche tempo fa. So quanto ti costa ricordare perchè, per te purtroppo, è rivivere quei momenti drammatici dello scoppio, del crollo di quella parte della stazione vicino a voi, del rumore assordante e di tutto quello che poi avete visto e subìto. So che per il troppo dolore non ne vuoi parlare! Non trovo le parole esatte per esprimere le emozioni che affiorano: rabbia per il tanto dolore che si è dovuto subire e il desiderio di ricominciare con serenità d'animo, senza esserne capace... si accantonano o allontanano i problemi solo per non affrontarli. Il fatto è, e comunque, che la tragedia c'è stata e che ci manca Davide, con la sua presenza fisica, con la sua manualità e capacità di risolvere sempre le cose del quotidiano; ci manca il suo amore: era sempre attento alle difficoltà di tutti noi e pronto ad aiutare. Ci manca! I nodi, perciò "vengono al pettine" e il dolore esce come un liquido dilagante; certe volte non basta il pianto a calmare tutte le emozioni che si scatenano dentro...certe volte si vorrebbe "provare odio" per quelle persone che hanno architettato tutto questo e sfogare la rabbia su loro, ma se ci si pensa, le loro vite contano poco: avranno il potere, i soldi, il prestigio, ma restano sempre dei "poveri cani" che per valorizzarsi cercano di sottomettere gli altri..e non con il dialogo (non ne sarebbero capaci), ma solo con la violenza. Grazie per aver avuto la forza di parlare e spero tu abbia la forza di scrivere anche qui, nella "piattaforma di serenità", come qualcuno mi ha definito questo sito. Cristina

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