Contributo n.37 22/2/2008 da Pietro Lombardo (compagno di elementari e di liceo)


Sono Pietro Lombardo,

compagno di scuola per 5 anni delle elementari e su invito di Marco recentemente incontrato, accolgo l’invito a scrivere ciò che conosco e che sento nel cuore riguardo al “nostro” caro Davide. Rivedermi nella foto delle elementari a fianco del caro Davide mi ha fatto pensare a come la vita sia sempre imprevedibile, nel bene e nel male. Ho saputo della tragedia che ha colpito la famiglia di Davide il girono dopo, mentre ascoltavo la radio in automobile e quando ho sentito il suo nome mi si è ghiacciato il cuore.Davide abitava a pochi passi da casa mia, spesso facevamo strada insieme per andare a scuola avendo lo stesso tragitto. La nostra frequentazione era continuata anche nel periodo delle medie per un interesse comune: la chitarra.Ricordo ancora quella volta che è venuto a casa mia per darmi dei consigli sull’acquisto di una chitarra: sempre gentile, bravo e sorridente.Leggendo le vostre testimonianze ritrovo il ritratto del Davide che ho conosciuto.Poi ci si vedeva al Liceo “Fracastoro”. Io ero nella sezione “E”.Poi quando dopo il terremoto del 76 siamo stati divisi il quarto e il terzo anno lui è andato nella sede del “Cangrande” mentre noi siamo stati ospiti del “Don Mazza.Ricordo ancora una sua apparizione in una tv veronese locale dove si era esibito con la sua band (credo che qualcuno di voi possa ricordare meglio di me).Il giorno prima della strage io mi trovavo a Bologna, poiché mi ero iscritto a Medicina proprio a Bologna. Quante volte sono stato in quella stazione e in quelle sale d’attesa. Per questo quando ho saputo della notizia mi sono reso conto di come potevo esserci io al suo posto e ancora adesso sento i brividi.Quante volte ho riflettuto su questa assurda e impunita tragedia; quante volte ho provato rabbia ogni volta che sentivo notizie di una giustizia latitante rispetto a tanto sangue innocente. Spesso ho incontrato nelle vie dello stadio il padre di Davide e, lo confesso, provavo un nodo allo stomaco pensando come potesse soffrire nel vedere un compagno di scuola e coetaneo di suo figlio girare per strada. Il padre di Davide ha mantenuto un’umanità e una dignità straordinarie.Ogni volta che ci siamo incontrati abbiamo sempre scambiato delle parole, l’ultima volta circa un anno fa fuori dalla messa degli Angeli Custodi.Credo che portare una croce come quella della perdita di un figlio in tali tragiche circostanze sia il vero eroismo quotidiano da cui tutti dovremmo imparare ed attingere forza per i momenti di dolore e tempesta che la vita ad ognuno offre.La morte di Davide ci insegna a riflettere sul dono della vita, ad apprezzarne la sua persona e a sentirlo come un angelo che non ha mai smesso di volare, di suonare e di sprigionare il suo amore per la vita e per il prossimo.Vorrei con questo mio scritto far giungere alla sorella di Davide e ai suoi genitori tutto il mio affetto e la mia solidarietà per quanto accaduto.Ci sono dolori che non si possono cancellare, ferite che rimangono aperte nella carne e nel cuore; ma sono certo che l’amore vero sia l’unico balsamo capace di generare il potere di una lenta e dolce guarigione e leggendo le vostre testimonianze ne ho sentito molto di questo balsamo.Davide merita di essere ricordato, perché la sua prematura morte non sia solo una notizia di cronaca ma un invito a riflettere sui valori che illuminano di bene questa breve esistenza. Davide è ancora tra di noi e per sempre lo resterà.Grazie a chi ha preso questa nobile iniziativa di dedicargli un sito.
Ciao Davide… !

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