Contributo n. 23 del 6/2/2008 di Elena


Ciao Davide,
stavo rileggendo tutti i contributi del sito dedicato a Te, del tuo sito, o del sito di Augusto o di Cristina (ciao vulcano!) o del sito di Marco o di Maurizio…anche un po’ mio…e come per magia ne esce che è diventato il sito di tutti!
Quando ci sei di mezzo Tu tutto diventa condivisione, come sempre hai questo potere e non è da tutti di unire così le persone. Stavo pensando che anche stavolta hai fatto un altro dei tuoi “miracoli”, hai riunito dopo tanti anni e fatto diventare amici, oltre agli amici, anche chi non si conosceva! Magicamente tutti insieme e sono sicura che saremo sempre di più, uniti nel ricordare ma soprattutto nel ritrovare Te Davide che, ripetendomi dico, non ti libererai mai di noi.
Un bacio immenso…la tua amica speciale Elena Leardini.
Augusto 2 copia.jpg

 

Contributo n.21 del 4/2/2008 di Elena

Ciao Augusto ti invio queste foto (ndr le trovate nei documenti da scaricare) scelte tra le tante perché sono quelle dove si vede meglio Davide, non vedo l’ora di vederle apparire sul sito rivederlo lì è una grande emozione…nelle altre o guarda in basso o è girato o è troppo lontano.

Volevo anche far sapere a Marco Ghinelli che la poesia che ha la sua mamma la può tenere perché la mammadi Davide c’è l’ha da sempre, è appesa in casa sua da subito dopo che l’ho scritta.
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Contributo n.20 del 4/2/2008 da Marco Ghinelli (compagno alle Elementari)
vi mando queste foto di Davide vicino alla nostra adorata maestra Ernestina Bissoli e ai nostri compagni delle elementari, io sono il secondo in alto da sinistra.
Vi ho fatto anche un dettaglio in primo piano di Davide.
Il tre febbraio di 38-40 anni fa c'è stata una festina in un Garage di via Longhena per il suo compleanno. Davide era stato eletto come il "ragazzo"più carino.
Quando eravamo piccoli in prima elementare (la I B delle Andrea Palladio)lo incontrai per la prima volta un pomeriggio fuori dalla classe.
Aveva una biciclettina rossa, e io ero in un campo vicino a casa mia che stavo giovando, la zona Stadio a quei tempi era campagna.
Quando gli chiesi dove abitava, rimasi stupito perchè era a circa 300 metri da dove eravamo, una distanza enorme a sei anni!
Era sempre un po' più avanti degli altri, forse perchè aveva una sorella più grande, il primo giorno di scuola in seconda elementare arrivò con un impermiabile bianco lungo quasi fino ai piedi, il famoso "Maxi", lo prendemmo in giro, mi ricordo che lo scrissi anche nel quaderno dei pensierini del giorno. Nell'arco di un mese eravamo andati tutti all'Aquarama a comprarcene uno uguale! ;-) Una caratteristica di Davide era il coraggio, aveva una Graziella Cross, una bici mitica a quei tempi, (per chi non se la ricorda era una specie di BMX con la sella lunga). Davide con quella bicicletta faceva degli impenni impressionanti, ma non solo, c'era una salitina vicino alla Chiesa dei SS Angeli Custodi e venivano da tutto lo stadio con i motorini per fare i salti perchè c'era la rincorsa lunga. Davide faceva di quei salti incredibili con la Graziella Cross raggiungendo i sei sette metri di lunghezza, e mandava a nascondersi quasi tutti quelli che arrivavano con le moto.
Finiti i compiti, passavamo i pomeriggi in giro con la sua bici...io seduto sulla sella dietro che pedalavo, lui che guidava con i piedi sulla forcella. Avevamo 8-10 anni e dicevamo che: "Andavamo a fighe!..." ;-)
Spesso, nel primo pomeriggio andavo a casa sua e suonavo il campanello per sentire se veniva giù. Credo rompendo le scatole a tutta la famiglia Caprioli.
Davo una sbirciatina anche alla latteria sotto casa sua, la figlia della proprietaria era una ragazza coi capelli lunghi molto carina e più grande di noi.
Mi ricordo anche del suo amico Umbe di Vipiteno, suo vicino di casa. ;-)
Sto ascoltando Horizon dei Genesis che avete messo di fondo al sito, aveva provato ad insegnarmela. Invece "Il mio canto libero" di Battisti la cantavamo insieme, era in La bemolle. Davide sapeva suonare From the Beginning di EL&P, Cinema Show dei Genesis, Helplessy Hoping di CSN&Y, Samba Pa Ti, Oye como va, Brain Damage , tutti pezzi difficili ed era bravissimo. E nel R&R boogie? Velocissimo!
Ho innumerevoli ricordi di Davide con la chitarra, in Chiesa durante la messa beat, il nostro complessino in cantina da Roberto in via Michelangelo dove lui ed io eravamo gli unici a saper suonare (lui molto meglio di me), sul Pullman della neve, dove Davide cantava: "Bon si scia al Bondon" facendo il verso a Bon Ci Ci Bonbon (forse quella volta al Bondone è stata l'ultima insieme)...
Sono ricordi che fanno parte della vita di tutti noi che abbiamo conosciuto Davide. Solo una cosa vorrei dire, ritornando al suo coraggio, spero di non essere retorico. Mi chiedo come sarebbe stato oggi Davide se fosse sopravvissuto alla Strage di Bologna. Sono sicuro che lui che di coraggio ne aveva tanto, si sarebbe adoperato perchè ci fosse un po' più giustizia per le vittime di quella strage. Sicuramente l'esperienza l'avrebbe cambiato, come ha cambiato tutti noi. Io provai a reagire, allora mi feci promotore di una raccolta di firme perchè intitolassero un giardino a Davide, poi non se ne fece nulla, ero troppo giovane perchè riuscissi ad affrontare un dolore così forte ogni giorno con la necessaria caparbietà per riuscire nell'intento. Spero ricordandolo oggi di essere in tempo ancora per fare qualcosa. Elena la tua poesia mi è capitata in mano sabato sera a casa dei miei mentre cercavo le foto di Davide. Ho un foglio dattiloscritto dove ci sono i tuoi versi, mia mamma li consegnerà alla mamma di Davide.

Contributo n. 19 del 3/2/2008 da Elena Leardini (la cantante della sua Orchestra)
Caro Augusto
È incredibile come riprendere in mano certi scritti possano ancora fare così male! Questi versi li ho scritti la notte tra l’orrendo 2 e il 3 agosto 1980 e forse non a caso li mando a te il 3 febbraio, compleanno di Davide. Ma che ricordi! Che dolore! Non credevo…ancora…Probabilmente parlando a Lui direttamente ho esorcizzato il dolore, ma così è stato come risvegliarlo… ma è giusto anche questo…è un modo per “sentirlo” vivo vicino a me. Questa stella alpina me l’aveva portata Lui da una giornata in montagna…c’è ancora…come Lui…qui con me.

A DAVIDE 2 AGOSTO 1980

Un chitarrista allegro
un ragazzo dalla chioma strana
a cui mai mancava la voglia di scherzare.
Questo era Davide.
Davide fu quello che m’aiutò per primo,
colui che mi stette più vicino.
Davide ti sto parlando,
mi senti vero?!
Nessuno sai potrà prendere il tuo posto.
Perché tu amavi la tua musica, la tua chitarra, la tua ragazza, i tuoi famigliari, tutti.
Ti perdevi e da solo provavi i tuoi passaggi,
sempre l’ultimo eri a lasciare lo strumento.
Davide mi senti ancora? Continuo.
Mi manchi tanto Davide
Ci manchi tanto!
Però Davide se anche sei lassù
Se anche sei morto
Davide per noi sarai sempre vivo,
chè sarai sempre in mezzo a noi.
La vita ti è sfuggita troppo presto
Ma non pensare di esserti liberato di noi
Perché noi non pensiamo di esserci liberati di te.
Sai Davide questa sera 2 agosto abbiamo suonato per te.
Mai abbiamo suonato così bene,
ci hai sentiti vero?
E allora sappi Davide che continueremo a
suonare e cantare con te e per te,
non ti lasceremo andare via,
ti terremo sempre qui in mezzo a noi.
Ora ti saluto, è tardi, CIAO DAVIDE, a stasera.

Elena

Contributo n. 18 del 2/2/2008 da Elena Leardini (la cantante della sua Orchestra)
Caro Davide ho provato a scrivere e Cristina, ma non mi riesce, non so se perché in tutti questi anni mi sono troppo abituata a parlare con te e ad averti al mio fianco. Cristina certo lo sa che ogni volta che abbiamo parlato anche a messaggi e mi dice: “Davide c’è” io le rispondo “lo so”. I ricordi che ho di quando eri qui anche fisicamente sono tanti; tanto tempo passato sul palco, in sala prove o a registrare o per la strada in macchina…e sei più vivo che mai.
In tutti questi ricordi sei con me come io ero con te, come le tante volte che prima di andare a casa di Ermanna, passavi a prendermi e poi ci andavamo insieme. Chi mai sarebbe passato a prendere la “sua cantante” prima di andare dalla sua ragazza? Solo tu! Perché il sentimento che ti ha sempre contraddistinto e che tu hai vissuto dentro era ed è pulito. Non c’è una parola se non la parola amore nel suo pieno significato che meglio ti definisce. Mi ritrovo qui a scrivere e non a parlarti come di solito, su un sito dedicato a te, alla tua memoria perché giustamente anche chi non ha avuto il privilegio e la fortuna di conoscerti veramente possa capire e godere un po’ di te. Sei sempre stato speciale e lo dico specialmente a tuo nipote Davide che mi nomina e che ringrazio (mi definisce una splendida ragazza!) perché caro Davide junior tuo zio aveva (per me tuttora) la capacità di emanare e trasmettere serenità a chi avvicinava. Ti voglio raccontare un paio di episodi: una sera come tante eravamo a suonare in un locale all’aperto e un paio d’ore prima di suonare cominciò a piovere; avevamo appena mangiato e non so se per questo, spostando le casse e le aste coi microfoni dall’acqua ebbi un capogiro. Davide mi prese per un braccio e in quel momento probabilmente per un effetto atmosferico subimmo una scossa statica che ci divise facendoci fare un salto indietro. Stupiti tuo zio mi accompagnò in camera (dormivamo via) ma ogni dieci minuti tornava per vedere come stavo fino all’ora di suonare… era fatto cos,ì lui c’era sempre.
Un’altra volta ho rotto il setto nasale in un incidente e lui passò dall’ospedale (sono stata ricoverata in B.go Trento per 3 giorni) la mattina prima di andare all’università, quando usciva prima o dopo mangiato e la sera verso le 18.00 tutti i giorni. Era così anche se mi piace pensare (la tua nonna Francesca me lo diceva sempre) che per me avesse come si dice “un’occhio di riguardo”.
Quando è accaduto che ha lasciato fisicamente questa terra io ebbi, non sapendo ancora nulla di cos’era successo, due flash con l’immagine del viso di tuo zio: alla telefonata che mi avvisava (perché lo stavo aspettando) che non arrivava più urlai che lo sapevo. Il nostro legame era speciale, andava oltre l’amicizia o forse era proprio la vera amicizia, quella fatta di amore.
Ho pianto disperata tra le braccia di mio padre che ora mi piace pensare insieme a Davide su una splendida e comoda nuvola e ricordo che dopo un po’ mi disse: chissà se quando me ne andrò io sarai così disperata. Poi le notti seguenti non riuscivo a dormire e il giornale riportante la notizia e le sue foto mi tennero compagnia per tre giorni…la terza notte accadde una cosa molta particolare. Non riuscendo ancora a dormire mia madre mi dette una sua pastiglia per aiutarmi,ma come l’inghiottii percepii che qualcuno si era seduto sul mio letto accanto a me. Ho pensato: ciao Davide ora so che sei qui con me. Immediatamente dopo mi sono addormentata e da allora sono riuscita a dormire tranquilla.
Così era Davide tuo zio, uno zio proprio speciale…una leggenda.
Davide so che ci rivedremo un giorno io ne sono sicura…per ora continuo a godere dei tuoi ricordi e della forza che ricevo sentendoti vicino a me.
L'amica speciale Elena Leardini

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