Contributo n. 17 del 1/2/2008 da Maurizio Battista (compagno di liceo)


Ragazzi, siete stati splendidi. Quante volte ho pensato e ripensato a Davide, alla fine che ha fatto, all'ingiustizia.... quante volte ho raccontato ai miei figli questa tragedia, cosa sono stati gli anni di piombo, cos'era stata la strage di Bologna e come abbiano inciso sulla nostra vita di adolescenti. E ho raccontato anche che cosa significa fare 5 anni di liceo con una classe di grandi amici e di grandi persone. Che infatti, dopo tanti anni si ritrovano, richiamati da un comune sentire, da un richiamo invisibile che ci fa ritrovare subito, tutti assieme, senza un minuto di ritardo. E quello che ci tiene assieme, dopo tanti anni, sono sì i ricordi, ma è anche e soprattutto l'amicizia di Davide, l'aver condiviso con lui cinque anni e aver condiviso una fine così tremenda e ingiusta. Che deve essere conosciuta, compresa, ricordata dai giovani, perché non è giusto morire così. La storia di Davide e di Bologna va portata nelle classi, nelle scuole, ovunque: una strage, un'ingiustizia, uno scandalo dell'Italia dei misteri.
Ho letto gli interventi di tutti, di Pino, di Sandro, di Augusto, di Alberto: beh, io di musica non ho mai capito nulla, però Davide lo ascoltavo volentieri. Con la sua chitarra in gita scolastica, o con il suo complesso. Però io me lo ricorderò sempre quando veniva a scuola con gli occhiali da aviatore Anni 20 per la moto e se li metteva in classe durante le lezioni perché ci si rompeva troppo, o come ci si rompeva, ricordate? E mi sono sempre chiesto che cosa si poteva fare in questa città per tenere vivo il suo ricordo, la sua testimonianza, la sua gioventù. Nel mio piccolo ho scritto, in occasione degli anniversari, qualche ricordo sul giornale, ma durano lo spazio di un mattino. Ci voleva questa iniziativa, ci volevano augusto e la sorella cristina. Benedetti ragazzi, ci fate piangere.
Un abbraccio a tutti.
maurizio battista

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