Contributo n.13 - 29/1/2008 da Marco Ghinelli (compagno alle elementari)


Caspita...allora non sono da solo...
Mi chiedo come mai ci tenga così tanto a farmi del male pensando a Davide, ero piccolo quando l'ho conosciuto, eravamo alle elementari, ci siamo frequentati nelle compagnie dello stadio fino ai 18 anni circa, poi lui la ragazza a Mantova e io Verona...ma anche dopo esserci persi un po' di vista, se avessi dovuto dire qual era l'amico al cui ero più affezionato avrei detto Davide.
Noi uomini maturi dovremmo avere la capacità di guardare avanti. Davide è ormai un simbolo. Il nome di una via, una foto sul giornale il 2 agosto di ogni anno...e invece a me rimane quel dolore lontano, privato,intenso, presente per quel mio amico.
Quel giorno anche mia zia era rimasta gravemente ferita a Bologna, e di Davide l'ho saputo solo il giorno dopo...!
De Andrè diceva in una sua canzone che ci ricorda quanto sono ingiuste le bombe "c'è chi aspetta la pioggia per non pianger da solo..."
Mi ricordo che ero al lago quando l'ho saputo e nuotai al largo per sfogarmi e piangere.
In questi anni mi sono chiesto tante volte cosa rappresenti Davide per me, se non siano i miei 20 anni che mi mancano.
(Lui ha sempre 20 anni.)
Ogni tanto prendo la chitarra e suono una canzone che mi ha insegnato, la suonavamo insieme, lui con la sua Ibanez imitazione Gibson Les Paul nera, io con la mia Hofner imitazione Fender .
Sol Re La- Sol Re Do
Knocking on heaven's door
marco ghinelli

(ciao Cristina, ciao Pima)

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