Contributo n.4 - da AUGUSTO BOLOGNESI - 14/12/2007


La scuola era finita da un anno
La maggior parte di noi aveva smesso di vedersi
Dopo un’ubriacatura di 5 anni di vita in comune giorno su giorno
Per me e Davide poi addirittura sei
C’era chi aveva continuato a studiare all’università
E chi come me era stato costretto a cominciare a lavorare
Tutti in giro per questo pazzo mondo
Storditi concentrati e animati o da voglia di rivalsa
O da voglia di affermazione
Tutti a bordo dei nostri debiti a 4 ruote
O dei nostri libretti universitari pieni di speranze
Era finita con la simulazione, la vita ci attendeva minacciosa e disponibile
Profumata e pericolosa.
Fa caldo e sono al semaforo.
Sto tornando da Caselle dove lavoro come impiegato alla Mai spa
Grazie a qualche raccomandazione di serie B
Sogno di fare il musicista e canticchio l’ultima canzone che ho fatto
Seguendola dal nastro che gira
“nati negli anni sessanta” un remake dei Police
“...sganceranno una bomba su di noi che uccida solo i sentimenti...”
Sono a Santa lucia in coda al semaforo
Forse stasera esco con una ragazza conosciuta a una festa
E mentre tiro il collo alla frizione sono solo a metà della coda
Mi sento superare da una vespetta blu
Che si ferma per l’intasamento due auto dopo di me
Impossibile sbagliarsi
Ciuffo e rayban
Giubbino e strada che viene da mantova
è Davide
Sono stanco e sudato
Sto per suonargli
Per come eravamo fatti
Mi avrebbe aspettato e affiancato
Avrei alzato il volume dello stereo per fargli sentire il pezzo nuovo
E lui avrebbe battuto il tempo col capo
E ridendo mi avrebbe liquidato dicendo
Qualcuna delle sue battute secche
Ma...
Non lo faccio
Rischio che qualcuno malintenda nella coda
E col caldo perda la pazienza
Non suono e un secondo dopo
Si apre uno spiraglio e lui si infila sparendo davanti a me
Va be mi dico
Lo vedro altre mille volte
Era luglio credo, 1980 per forza
Oggi
Percorrendo quel semaforo al contrario
Verso Santa lucia
Verso quel posto ancora dietro delle rotaie
mi è venuto in mente quel giorno d’estate
Di quell’estate dei nostri ventanni
E ho rivisto quella scena
Poi mentre entravo laggiù
facendomi il segno della croce
E cercando il terzo “banco” sulla sinistra
Come da tue indicazioni
Mi è sembrato di vederlo seduto ancora a scuola
Col suo sorriso di sempre
E quella cartella fatta coi suoi vecchi jeans posata sul tavolo
Mi avrebbe detto chiamandomi “ ’Gusto! ”
“Non ci pensare, è andata così”
Ma io non riesco
Non ci sono mai riuscito

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