da Giovanni Naddeo

Chi è stato? Nessuno, non è successo niente il 12 dicembre del 1969 e il 28 maggio del 1974. Sì, ci sono stati alcuni morti, ma nella vita accade che qualcuno ci lasci la pelle. Recarsi in una banca o andare a manifestare o salire su di un treno sono azioni altamente pericolose, non s’ ha da fare questo. Ah, dimenticavo anche di dire che i parenti delle vittime (la parte civile in giuridichese) sono state condannate a pagare le spese processuali, anzi no il governo ha deciso, motu proprio del Presidente della Repubblica, di accollarsi il pagamento. Tutto questo ha il sapore di una buffonata, di una presa in giro nei confronti di coloro che hanno sofferto prima, durante e dopo. E adesso si trovano anche con un pugno di mosche in mano. Sto buttando giù questi pensieri dopo alcuni anni di silenzio, un silenzio causato da problemi miei. Ma adesso voglio uscire di nuovo allo scoperto e dire quello che penso di questa nostra povera Italia. Mi rendo perfettamente conto che difficilmente per Piazza Fontana, Brescia e l’ Italicus non arriverà mai, spero proprio di sbagliarmi, una verità giudiziaria. Ma credo che il contesto in cui questi eventi sono accaduti sia fin troppo chiaro. Avete visto il film “Romanzo di una strage”? Ebbene lì è spiegato tutto, ma chi ha letto come me quelle cose le sapeva da un bel pezzo. A Brescia non è accaduto nulla di grave. Forse una caldaia che stava sotto la piazza, ecco su quello non si è mai indagato. Ma suvvia, pensate forse che anno domini 1974 qualcuno potesse piazzare bombe in un cestino o su di un treno. Siete i soliti complottisti, vedete complotti dappertutto. Le disgrazie capitano perchè capitano e basta. Al di là del tono, la mia amarezza è profonda. Comunque non avevo alcun dubbio su come sarebbe finita questa storia di Brescia. Troppi pasticci, depistaggi, interferenze volute per non arrivare mai alla verità. Una nazione che non sa fare i conti con il suo passato non sarà mai in grado di crescere veramente. Ed infatti non siamo cresciuti, siamo andati indietro come i gamberi. Credo che si debba provare un profondo senso di vergogna collettiva per ciò che è accaduto, anzi mi sbaglio perchè non è accaduto un bel niente. Giovanni Naddeo

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