Baruffaldi Mauro


Sono capitato per caso,sul vostro sito.
Vi scrivo da qui perchè altra strada non ne ho vista.
Ero un militare di leva ,e quel giorno ero lì,in biglietteria quando tutto è saltato in aria.
Avevo 19 anni,e mi è cambiata la vita,nessuna ferita, tanta paura e tanta polvere,ma quella polvere ce l'ho ancora addosso e ne sento ancora l'odore.
Dopo la corsa al buio polveroso che si era creato per uscire fuori d'istinto,la corsa di nuovo dentro per cercare di aiutare chi si poteva aiutare.
Un apocalisse incredibile,ovunque strazio urla,e il lancinante immobile silenzio di chi non era più.
Corpi straziati,e lo sconforto di chi cercava scavando un propio caro,un amico un figlio.
La lucida,angosciante e cinica determinazione,dell' oramai avezzo caposquadra dei vigili del fuoco che in quel caos cercava di coordinare il lavoro di noi soccoritori improvvisati "cercate i vivi" " non perdete tempo coi morti" " no questo no,non ce la può fare, dai quello, quello si è giovane è solo svenuto ma non ha nulla daii "
E così ,ho visto l'inferno quel giorno,l'ho visto da dentro.
Mi sono recato spesso negli anni,in stazione,non abito lontano da Bologna.
Mi soffermavo davanti alla lapide,ne leggevo i nomi, cercando di immaginare chi erano,in vita,le loro voci le loro relazioni e tutto quello che quel giorno hanno lasciato sospeso.
Poi il teatrino della politica,l'onta della verità negata, ha reso ai miei occhi lo stato partecipe e complice di quelle bestie.
Il vostro intento di mantenere vivo il ricordo di un caro amico,vi fa onore,e ne onora la memoria con fiera dignità.
La gente che ha visto,che c'era,che ha patito e sofferto,è lontana anni luce dal quel palco montato ormai da trentanni,dove il solito rappresentate di governo va fare la sua marchetta ogni maledetto due Agosto.
Basta proclami,basta inutili ed inascoltate rivendicazioni,basta associazioni sempre ormai simili agli enti inutili,che su quel palco salisse la gente.
Che da quel palco si parlasse,non del dato statistico di 85 morti,ma di ognuno di loro,della loro semplice storia,del loro quotidiano,che ci fosse un esposizione delle loro cose,la palla di quel povero bimbo,la chitarra di quel ragazzo,quel libro,quel diario.
Probabilmemte si capirebbe meglio,che parliamo di persone e non di gente.
Tutti erano,figli,mariti ,mogli ,fratelli,amici,tutti avevano una storia,tutti hanno diritto al ricordo e alla verità.

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