MAIL DA GIOVANNI NADDEO DEL 01/8/2009


Ti ringrazio Cris per avermi chiesto di scrivere quello che ho provato ieri nell’ accogliere te e i podisti delle stragi. Volevo già esprimere le mie sensazioni, cosa che mi accade spesso quando incontro persone come te che hanno sofferto tanto e che “non vogliono la pacca sulle spalle” e la commiserazione delle istituzioni.

Quel terribile giorno di 29 anni fa tu hai potuto vedere in modo tangibile le “prodezze” di taluni personaggi, non solo dei criminali, ma anche dei pavidi che piazzano una bomba e poi se la danno a gambe levate “ palesando un coraggio da leoni”.

Si avvicina la data del 2 agosto, giorno in cui Davide e altri 84 inermi sono stati portati via ai loro affetti. Alcuni sopravvissuti portano ancora sul loro corpo i segni di quella maledetta bomba.

Devo dire che mi sono commosso a vedere persone non più giovani dal punto di vista anagrafico, ma giovani dentro che hanno scelto di percorrere l’ itinerario Milano, Brescia, Bologna. Tre città simbolo di questa violenza, una violenza che, secondo alcuni, è stata conseguenza della divisione in blocchi e della particolare situazione geopolitica e strategica dell’ Italia. Non me ne frega niente di queste pseudo e miserabili giustificazioni. Non ho perso un fratello, ma un amico. Mi spiace di aver conosciuto Davide e te in questa situazione. Avrei preferito giocare e studiare con lui.

Forse non sono un buon podista dal punto di vista fisico, ma credo di possedere un cuore e un cervello, due armi che metto a disposizione della memoria, un podista della mente e dell’ animo. Voglio camminare al tuo fianco alla ricerca della Verità con la V maiuscola e non delle pseudo verità con la pacca sulle spalle delle istituzioni.

La mia vicinanza a questa causa ci sarà sempre. Tutti abbiamo da risolvere problemi quotidiani, io in primis, ma ciò non mi bloccherà mai in questo iter in veritatem (perdona se il mio latinorum non è ciceroniano).

Davide è un mio amico e questo mi onora. Farò di tutto perché la Memoria non venga cancellata dal trascorrere del tempo. Ho scritto questo, ma ti scriverò ancora.

Giovanni.

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