MAIL DA GIOVANNI NADDEO DEL 23/7/2009


Si avvicina il 2 agosto e la memoria non può non ritornare a quel terribile giorno in cui hai perso la vita insieme ad altre 84 persone. Ritorno a scriverti dopo una pausa, un intervallo in cui tuttavia il mio pensiero è spesso rimasto ancorato a quell’ evento. Non ho il vizio di dimenticare e, d’ altra parte, come potrei farlo? Mi sento onorato di appartenere a quella schiera di italiani, ce ne sono ancora per fortuna, che si ricordano e non vogliono mandare il cervello nella spazzatura. La nostra è una nazione, il termine paese è troppo inflazionato, che ha spesso necessità di ricordare. L’ altro giorno era l’ anniversario della strage di via D’ Amelio e alla cerimonia le istituzioni erano assenti, potenza di questo termine, le Itituzioni. Ogni giorno i Soloni nostrani, alcuni facendo a pugni con grammatica e sintassi, ci dicono che bisogna rispettarle, amarle, avere fiducia. Ma come si fa ad avere fiducia nelle Istituzioni se proprio loro hanno fatto di tutto per allontanare la Verità. E poi ci dicono che sono passati tanti anni, un’ epoca si è chiusa, il muro di Berlino è crollato e tante belle cose.

E proprio perché un’ epoca è chiusa che si deve squarciare il velo che impedisce alla Verità di uscire allo scoperto.

Ma la nostra Italia è una nazione ormai preda della mignottocrazia, che vuole dire potere delle mignotte ovvero puttane, ma non quelle che si incontrano sulla strada. Queste signore si chiamano Escort che in inglese vuole dire accompagnatrice. Potenza della società dell’ immagine. Velinocrazia e mignottocrazia camminano insieme. Ma siamo in tempi di crisi e queste gentili signore sono appannaggio di chi può.

Vedi, caro amico Davide, sto per iniziare un percorso bellissimo attraverso la Memoria. La mia vita è stata mediocre, ma sento dentro di me di possedere la forza di un leone. Stiamo progettando un lavoro straordianario e potrò dire, anche in punto di morte, beh c’ ero anch’ io.

Diceva il giudice Giovanni Falcone che “si muore o quando si è troppo soli o quando si è entrati in un gioco troppo grande”. Io non sono solo e tu non sei solo come non sono soli gli altri amici che con te osservano con attenzione quello che noi stiamo facendo.

Solo così si dà dignità e si difendono le istituzioni, altrimenti è solamente puro esercizio di retorica.

A presto Davide.

Da Giovanni.

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