Ciao Davide, ieri sono stato a cena da Cristina con Augusto. Abbiamo parlato di te e di quello che abbiamo intenzione di fare. Raccontare la tua vita è il modo migliore per farti conoscere, per renderti più visibile. E’ stata una serata straordinariamente bella e ricca. Io sentivo che tu ci stavi ascoltando anche se la tua voce non è percepibile alle nostre orecchie. La nostra società tende ad appiattire tutto e a dimenticare tutto. Ho avuto il piacere di conoscere tua sorella, una donna coraggiosa e caparbia che non vuole arrendersi all’ oblio. Nemmeno io voglio lasciare che ti chiudano la bocca “perché ormai sono passati tanti anni e bisogna guardare avanti” come cianciano alcuni soloni nostrani. La riconciliazione si deve basare sulla giustizia, una giustizia che, per me, dovrebbe essere, almeno nel caso che ti ha riguardato, inesorabile. Non ho il potere di cambiare le leggi, caro Davide, ma ho la volontà, la capacità e il desiderio di essere al fianco di Cris, Augusto e di tutte le persone che vorranno seguirci. Abbiamo posto le basi del lavoro “restituiamo la voce a Davide” e se la restituiamo a te la potremo restituire anche a tanti altri amici che, come te, ci osservano e giudicano il nostro comportamento. La tua morte quel maledetto 2 agosto a Bologna mi ha consentito di conoscerti e di apprezzarti. E’ stata una drammatica opportunità di cui avrei voluto fare volentieri a meno, ma adesso si è materializzata. Eri un ragazzo e il destino ti ha presentato, invece della gioia di vivere, una valigia piena di esplosivo. A volte mi domando che cosa sia veramente il destino e non riesco a darmi una risposta convincente. Ho portato una rosa a Cris, una rosa bianca che lei donerà a te. E’ il primo, piccolo dono che ti voglio fare. Quella rosa bianca ti terrà compagnia. Hai trovato in me un nuovo amico che farà conoscere a tutti chi sei stato e chi sei. L’ oblio è adesso una forma differente di esplosivo, uccide senza lasciare segni nel corpo, ma devasta l’ animo. A tutto questo dirò no. Giovanni
