Da Cristina a Susanna


Cara Susanna
grazie per lo scritto che, se non avete problemi, farò inserire da Augusto il compagno di scuola e amico di Davide che ha creato e dirige il sito dedicato a mio fratello.
Nel corso di questi anni ho conosciuto anche i familiari del Giudice Amato che, se non sbaglio, fu l'"erede" delle indagini di vostro padre. Questi magistrati, ammazzati ignobilmente hanno donato la vita, sapendo di essere in pericolo.. per il loro lavoro, ma anche per amore della loro gente e del loro paese...hanno donato la vita anche per salvare le tante vittime delle stragi ,compreso Davide...non ci sono riusciti, ma questo è stato un gran atto d'amore che personalmente porto nel cuore!
Far diventare pubblico il proprio dolore non è facile..ma è un dovere personale che sento di portare avanti perchè non si dimentichino quelle atrocità che nella mia mente sono ancora vive e nitide...sangue, mutilazioni, urla, odori, disperazione.
Ho trovato in internet questa emozionante lettera di suo fratello

Questo era mio padre

In questo articolo dell’ottobre del 1976 il figlio del magistrato ucciso delinea un ritratto del padre.

Sono tre giorni che cerco disperatamente nella memoria un segno, un indizio,una traccia di qualche discorso pronunciato da mio padre negli ultimi mesi della sua vita che potesse riferirsi a minacce ricevute. Niente , non trovo niente. Paura forse si, ma accettata come una sorte di fatalismo, e non poteva essere diversamente nelle sue condizioni, sempre al centro delle più travagliate e spinose vicende giudiziarie di questi ultimi anni. Se non voleva lasciarsi sopraffare dall’angoscia, dall’ansia e dalla paura, un uomo con cosi tanti nemici doveva farsi forza e andare avanti, incredibilmente come se niente fosse per fare coraggio a sé ed a noi.

Ma la verità è che non ho neanche la forza di pensare correntemente al passato, ricostruire gli ultimi giorni della sua vita, quella vita a cui guardava sempre con tanta gioia, nonostante la perenne atmosfera di tensione in cui era costretto a lavorare.

Ho vissuto questi anni come perseguitato dalla domanda << ma tu sei figlio di Occorsio?>>, e quando glielo raccontavo lui ci rideva, come rideva di tutte le altre cose , di mia nonna, sua madre, che gl telefonava ogni notizia di cronaca nera. Si faceva forza per sé ma soprattutto per noi. Parlava volentieri del suo lavoro , ma senza ossessionarci.

Sembrava ovvio, scontato, ma in questo momento non riesco a vedere lati negativi della sua personalità. Non riesco a vedere neanche lontanamente cosa odiavamo in un uomo come lui colpevole solo di fare il proprio lavoro con serietà e fiducia. Ma forse non è retorico né scontato per il semplice motivo che neanche quando era ancora vivo provavo per lui sentimenti diversi dall’amore, dalla stima e forse più che ogni altra cosa, dall’amicizia.

Eravamo amici, lo hanno scritto i quotidiani, ed è vero. Con mia madre aveva un rapporto di vero amore. Così come con Susanna mia sorella misto a una tenerezza e a un trasporto definivamo “ napoletano” ma che era dettato solo dall’amore e forse da un tragico presentimento.

Per me era un amico, un consigliere, più che un padre. E anche se facevo una strada professionale diversa, mi seguiva…..

Ora questa tragedia ha sconvolto in modo irreparabile la nostra famiglia e l’intera comunità di coloro che credono in qualche ideale, non riesco a pensare razionalmente a qualche momento preciso, ma solo a una lunghissima, profonda amicizia che non è finita sabato mattina sotto le raffiche di mitra che mi hanno svegliato e fatto ritrovare solo in quella casa che lui e mamma pezzo per pezzo avevano messo su e continuavano a completare per avere tanti piccoli momenti nella loro vecchiaia insieme, che non ci sarà mai.

Eugenio Occorsio


da Susanna Occorsio figlia del Giudice Occorsio vittima del terrorismo
Cara Cristina Caprioli,
ho visionato il sito di Davide che mi è sembrato molto significativo e davvero una piattaforma aperta al dialogo della "non violenza", riconosco in quei ragazzi e in Lei un grande coraggio nel rinnovare sempre in varie forme il ricordo di una morte così ingiusta e feroce, senza chiudersi nel proprio dolore, ma ripercorrendo serenamante la terribile insesatezza di una strage; grazie per il ricordo verso tutte le vittime del terrorismo insieme a quello di Davide, affettuosamente
Susanna Occorsio

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