Cara Cristina,
caro Augusto, che conosco solo attraverso le parole di Cristina,
oggi sono stata a Bologna per un corso di aggiornamento e come ogni volta che ci passo, sono entrata nella sala di attesa del binario 1 e mi sono presa il tempo che ci vuole a rileggere tutti i nomi sulla lapide.
Non ringrazierò mai abbastanza i miei genitori che mi hanno accompagnato a farlo tante volte, da bambina, da adolescente, non ho più smesso di farlo. Quella non diventerà mai solo una fredda lapide con dei nomi, finché qualcuno continuerà a raccontarne la storia.
Da quando ho conosciuto Cristina lo faccio con più consapevolezza ancora.
Ho sorriso a una bambina che chiedeva alla mamma, in inglese, che cosa stavo facendo e che cos'erano quei nomi. Ho sorriso al custode della sala d'attesa, che aveva gli occhi lucidi quanto i miei.
E' una carezza che non lenisce un abisso di dolore, lo so. Ma sappiate che c'è una persona - e ce ne sono tante, ne sono sicura - che quella memoria ce l'ha scritta nella carne, anche se avevo appena tre giorni di vita quando Davide perdeva la sua.
Vi abbraccio
Silvia